Il Racconto delle sabbie


(foto penisola di Karpaz, Cipro)

In un regno lontano nelle alte montagne nacque una chiara e trasparente corrente d’acqua. Essa fece un lungo viaggio e nel corso della sua esistenza divenne fiume, percorse vari paesi solcando vaste e fertili valli. Arrivò poi davanti alle sabbie di un immenso deserto. Aveva incontrato molte difficoltà ed era sempre riuscita a superarle. Dalle rocce più dure aveva modellato ciottoli lisci e morbidi che con lei cantavano lungo la sua strada. Provò ad attraversare questo ultimo ostacolo come sempre aveva fatto.

Con grande sorpresa si rese conto che tutta l’arte e la scienza che possedeva non le erano di nessun aiuto. Le sue acque sparirono velocemente nella sabbia quando vi ci si gettava. Ricominciò, ricominciò ancora, così tante volte che la disperazione la invase. Ma continuò a gettare le sue acque nella sabbia, nell’immenso silenzio del deserto.

Fu allora che.. 

..dal fondo delle sabbie, si levò una voce che mormorò: “Il vento attraversa il deserto, e così può fare il fiume.” 

Il fiume rispose che era ciò che tentava di fare e che era stanco. “Non sono riuscito che a perdermi ogni volta di più. E ancora sono solo al bordo di questo deserto.” 

La voce aggiunse: “Il vento può volare, è per questo che può attraversare il deserto. Continua a lanciarti con violenza, come hai fatto fino ad ora, e non riuscirai mai ad attraversarlo. Sparirai o diverrai una palude stagnante. Devi permettere al vento di portarti al tuo destino."
"Ma come posso?" domandò il fiume.

"Accetta di essere da lui assorbito” rispose il mormorio.

Quell’idea proprio non piacque al fiume e oltretutto non era mai stato assorbito, aveva paura di perdere la sua individualità: “E una volta che sono sparito, come recupero la mia identità? Qunado riuscirò ad essere nuovamente un fiume?"
"Il vento, il vento!" mormoravano le sabbie "Lui compirà la sua funzione. Solleva le acque, le trasporta sopra il deserto e le trasforma in pioggia con il quale forma di nuovo un fiume."

.. esclamò allora il fiume "come posso sapere se dici la verità?"
"E’ così" riprese la voce dal fondo delle sabbie, "e se non ci credi diverrai palude. Ci vorranno molti anni e tu lo sai che una palude è molto diversa da un fiume."
"Ma non posso restare quello che sono adesso?" implorò il fiume.

"No, è impossibile" mormorarono le sabbie. 
"Tu non puoi mantenerti nella forma attuale. Ma se il tuo essere, la tua parte essenziale! si lascia trasportare tu tornerai ad essere fiume."
"Ma io non so neppure qual’è la mia parte essenziale." si lamentò il fiume.

Nessuna voce più parlò, tutto si bloccò all’orizzonte. Le parole delle sabbie cominciarono a risuonare nella memoria del fiume. Alcuni ricordi lontano gli fecero eco. Come se già una parte di sé (ma quale?) era stata portata dal vento. Gli sembrò di ricordare tutto ciò che avrebbe dovuto raggiungere, come che ciò doveva adempiere ad un destino, anche se non ne aveva desiderio. E il fiume cessò così di resistere. Le sue acque si alzarono in vapore nelle braccia accoglienti del vento che soffiava leggermente la sua parte essenziale. Lo portò via rapidamente e molto lontano sulle alte cime di montagne fino a un regno lontano al di là del deserto. Allora il fiume prese coscienza del suo essere dove risuonò l’eco di una voce delle sabbie:

“Noi, le sabbie, conosciamo il cammino che giorno dopo giorno si estende dalla fine di un fiume fino al regno lontano delle montagne.”

Ecco perché si dice: il fiume della vita ha un cammino, e il suo destino è inscritto nelle sabbie.

Racconto della Tradizione