Che il cielo ti abbracci

 
Questo blog iniziò anche grazie a Patrizia Cavalli, la sua ispirazione incontrò grandi motivazioni e passioni. L'amore rende tutto magico e caparbio. L’ho conosciuta un’estate sui trent'anni; ero solito andare in giro con un cappello di paglia comperato alla fiera Mercanzia a Certaldo e lo facevo "sborone", convinto tuttavia di non essere mai troppo oltre o fuori luogo.. vivevo appassionato e soprattutto innamorato, innamorato di una donna che s'incastrava con me in qualcosa di strabordantemente nutriente. 

Quella fine estate, un giorno, ero in treno con il mio cappello, la mia valigia di pelle stile anni 60 raccattata in garage che dovevo trasportare sottobraccio come una grande e grassa baguette e delle spardine da camminatore impavido e concreto, un po’ “sospeso”, per nulla tecnico ma tanto artistico.. era questa l'immagine che volevo vestire, mi piaceva rappresentarLa, godevo nell'inseguirne il senso per raccontarmi storie grandiose e piene di passione esistenziale, si sa, quando si è innamorati siamo un po’ altrove e gli sguardi degli altri se da una parte possono godere di ciò che noi incarniamo, il miracolo dell'Amore cioè, dall’altra può non accadere e, anzi, può accadere che così conciati produciamo qualcosa simile al disprezzo, un’invidia, un aspro giudizio per ciò che vogliamo sembrare, beh, peggio per loro!! non sanno cosa si perdono, non è dato godere a loro del DOVE siamo noi, al settimo cielo!! 

Quel pomeriggio ero in treno dicevo, 
in un treno a scompartimenti come adesso non se ne vedono più, i suoi vagoni spensierati facevano il solletico alla costa tirrenica da Pisa a Roma e viaggiavo per raggiungere l'amata con il mio Desiderio. C'era un tizio nello stesso scompartimento con me ed evidentemente fu subito colpito dal modo in cui avevo appunto il coraggio di presentarmi e vestirmi, attaccò bottone e io lo assecondai (menomale) nonostante non sia il tipo da bottoni ma quello era un periodo magico e miracoloso e lo era anche per come mi sposavo col mondo, con gli altri, l'amore fa anche questo. Andammo a finire a parlare di poesia, di Roma e quindi di una poetessa vivente a Roma, Patrizia Cavalli appunto. Io non ero esperto di poesia, ma quella sua bramosia così irriverente e sicura di condividere con me i versi della poetessa originaria di Todi mi colpì e mi colpirono proprio quei versi che mi recitò, tantissimo. Feci tesoro di quell'incontro e quel giorno stesso rubai quei primi versi della poesia La Guardiana e li portai all'amata in un parco della capitale dove il mio Desiderio li recitò scrivendoglieli con il respiro sul collo accarezzato da leggere ciocche di capelli sotto brezza settembrina..

"Era il sospetto del tuo chiuso ardore
che mi faceva artefice di chiavi.."