Agion Oros 2025 - Dolci difficoltà interiori


"Oggi a metà mattinata, in questo secondo monastero, polpo in umido con le taccole, fantastico! Ieri invece, nel refettorio dell’altro magnifico monastero è stato uno shock, non certo per il cibo, qualcosa che racconto e ricorderò pieno di amore e tenerezza. Dopo il primo soggiorno infatti nella cella di eremiti siamo arrivati al grande Monastero fondato da S.Atanasio e qui siamo stati invitati nella trapeza (il refettorio ortodosso) dopo i vespri e smistati freneticamente per partecipare al pasto. Ci siamo ritrovati in un luogo che io conoscevo, di un fascino vertiginoso, con i suoi profondi e penetranti affreschi alle pareti che si esprimono sulla lotta dell'uomo con le sue passioni, seduti a tavoli di pietra millenari in mezzo a pellegrini soprattutto dall’Europa dell'Est. Nonostante avessi preparato i miei amati e ricolmi di avvincente entusiasmo compagni di avventura alla situazione particolare con la quale si sarebbe consumato il rito del pasto, al fatto pure che avrebbe avuto una durata esigua di una ventina di minuti al massimo nel silenzio svirgolato solo dal rumore delle stoviglie affamate e le parole solenni dell'unico parlante, un monaco sul pulpito con le letture in greco dei testi sacri, l'imbarazzo di ritrovarsi qui, così, con la sua schiacciante novità e importanza ha innescato il rischio indomito e diabolico di una ridarella isterica. 
E quindi, in preda a ciò, mio fratello ha lottato, mangiando a occhi bassi, lacrimanti, è riuscito a non mollare e pian piano a rientrare in carreggiata, uno dei nipoti l'ho sentito fortunatamente aggrapparsi a me che, non senza fatica impastato oramai della nostra aurea gruppale e affettiva e dal goliardico spirito con il quale stavamo vivendo questo nostro viaggio, mantenevo un esempio serio e rispettoso (del resto solo io avevo esperienza di questo meraviglioso clima in cui il pasto ai monasteri si consuma e di cui invero ci si ciba) e l'altro nipote, soprattutto lui, ha lottato davvero con una potentissima e rampante valanga interiore per l'isterico ridere.. ai suoi “russosi” accenni di esplosione qualche bielorusso vicino ha spedito sguardi pesanti, temevamo il peggio, essere invitati a uscire.. Ha provato a darsi pizzicotti più volte per spostare la sua attenzione, la stessa che, diabolica, voleva soltanto trattenerlo nei motivi per ridere, era in grandissima difficoltà "..zio.. sono in difficoltà.." ..stentava a godersi la zuppa di fagioli, era il terzo giorno che mangiavamo fagioli! un altro motivo per scoppiare a ridere immaginavo guardandolo.. 
Continuava a dirmi "zio.. sono in grandissima difficoltà.." sottovoce, rischiando di esplodere.. ma poi ha vinto, d'un tratto la Bellezza lo ha invaso, rasserenato e abbracciato regalando anche a lui finalmente la possibilità di godere di un momento davvero unico e irripetibile. Un dolcissimo esempio di vincita sulle proprie passioni: la Bellezza abbaglia, disorienta, porta a utilizzare le proprie inique difese e poi, lasciandoci a lei andare, nuove e antiche rotte prendono spazio e si partecipa a lei come quella farfalla che, come dice Rumi, si tuffa nel fuoco rapita dall'Amore”