La pura forza delle motivazioni


Ci sono momenti prodromici nella vita di ciascuno di noi che segnano un punto d’inizio. Il mio risale a quando avevo solo cinque anni e mi trovavo in vacanza a Roma con i miei genitori e uno zio materno. A causa di un incidente, avevo la gamba ingessata e dovevo andare all'ospedale Rizzoli di Bologna per toglierlo finalmente. Ero così felice e spensierata, soprattutto perché i miei genitori avevano deciso di fermarsi a Roma per un giro turistico. Naturalmente, non potendo camminare bene, passavo gran parte del tempo in braccio a mio padre. Ci dirigemmo verso il Vaticano, dove affrontammo i cinquecento scalini per arrivare alla cupola. Durante la salita, mentre ero in braccio a mio padre, iniziai a lamentarmi e a voler tornare indietro; le lacrime cominciarono a scendere. 
Ma i miei genitori mi dissero: “Peccato, se torni indietro perderai l’occasione di vedere un gattino, che vive sulla cupola e si fa vedere solo da pochi fortunati. A volte si sente miagolare e si possono intravedere il suo naso, le orecchie, gli occhi o la coda.” Le mie emozioni cambiarono all'istante: mi calmai e iniziai a sollecitare mio padre a sbrigarsi per vedere il gattino. Il mio cuore batteva forte per la gioia. Dopo giorni trascorsi tra Lazio, Umbria, Toscana e Emilia Romagna con i miei genitori, raccontai ai miei fratelli e cugini, tornando in Calabria, di aver visitato la casa del gatto che viveva nella cupola del Vaticano. Questa convinzione mi accompagnò per molti anni, sicura che quella fosse la dimora di un gatto con poteri speciali. Ora, riflettendo su questo ricordo, mi rendo conto di come questi eventi segnino un percorso da cui si dipanano infinite altre storie. Basta davvero poco per motivare un bambino: io, quel giorno, non vidi il micio, ma sentivo la sua presenza e tutto ciò mi dava un senso di gioia; e per molto tempo, i miei ricordi furono nutriti da quel momento.
Ogni compleanno apre la porta di lontani ricordi..